Innanzi tutto cos’e’ uno smalto?
Anche se la risposta meriterebbe un lungo approfondimento, che magari faremo in seguito, in altro articolo, si puo’ dire che lo smalto e’ un sottile velo simile al vetro che si sovrappone all’argilla e che una volta cotto aderisce e diviene parte integrante del pezzo.
Puo’ esser bianco, nero oppure di altri colori o un misto di essi.
A volte mi chiedo quanto uno smalto sia necessario in un pezzo di ceramica o quanto sia un qualcosa in piu’ o addirittura qualcosa di superfluo.
In effetti nel nostro laboratorio esistono sia pezzi smaltati che altri non smaltati ma non per questo meno belli.
Quindi lo smalto non determina di per se’ se un pezzo sia esteticamente bello oppure no.
Che lo smalto sia necessario dipende dall’uso che si vuole fare dell’oggetto.
Se un vaso per le piante fosse smaltato non farebbe respirare la terra e le radici con il conseguente appassimento della pianta stessa.
E’ evidente pero’ che una brocca non smaltata sia poco fruibile perche’ sarebbe porosa e quindi non adatta a contenere liquidi.
Dipende anche dall’argilla che usiamo: per esempio la terracotta va smaltata perche’ troppo porosa e quindi non adatta ai liquidi……ma si potrebbe provare a ingobbiarla come facevano gli etruschi o i greci (l’ ingobbio è una argilla liquida).
I greci come gli etruschi non conoscevano gli smalti e quindi non smaltavano i loro crateri o le loro coppe, eppure usavano queste ceramiche per mescolare vino e acqua nel loro simposio e nei loro banchetti.
Come facevano quindi?
Usavano un’argilla fatta decantare tante volte in grandi vasche piene d’acqua e terra.
Veniva presa ogni volta quella che rimaneva in sospensione, il suo fiore, cosi’ che ad ogni passaggio veniva raggiunta una purezza superiore; a cio’ veniva aggiunta urina animale, cenere vegetale: con questo composto ci dipingevano sia l’interno che l’esterno del vaso cosi’ da renderlo idrorepellente….. che fighi!…. ma quanto lavoro!
Ci vuole un lavoro lungo e paziente per far decantare l’argilla … ne varrà la pena? In proporzione il rapporto tra l’argilla fatta decantare e l’argilla pura ottenuta e’ di 100 a 2!
Oltretutto è dentro alla brocca è nessuno lo vedrebbe…… vai a spiegare che ti sei fatto un discreto….. diventerebbe troppo costosa e nessuno la comprerebbe….forse è meglio smaltarla sta brocca!
E se usassimo un gres o una pocellana?
Data l’elevata temperatura di cottura riuscirei a superare quasi del tutto il problema, rimane pero’ il problema della della finitura della superficie che non sarebbe cosi’ liscia cosa invece di vitale importanza. Puo’ essere determinante sulla scelta di un oggetto.
Quindi … smaltiamo anche la brocca in gres.
Il grande ceramista Bernard Leach a tal proposito nel suo libro “The potter’s book” dice:
“… Gli smalti sono per la ceramica cio’ che gli abiti sono per il corpo umano. Entrambi hanno uno scopo pratico, entrambi dovrebbero accrescere la bellezza intrinseca della forma…..
….la moltitudine di abiti che indossiamo ci ha resi sofisticati e pudichi dei nostri corpi, inducendoci a fare lo stesso con le nostre ceramiche che abbiamo ricoperto completamente di smalto.
Abbiamo dimenticato la bellezza dell’argilla nuda e ancor di piu’ il rapporto affascinante fra l’argilla e lo smalto come si manifesta nelle forme compiute delle ceramiche classiche d’oriente.
Abbiamo sacrificato le qualità estetiche piu’ raffinate alla quantita’, all’uniformita’ e alla convenienza delle ceramiche commerciali.
La cottura della porcellana a cenere d’ossa ( Bone China) e’ controllata a tal punto da richiedere che lo strato di smalto sia sottile e senza crepe.
Questo modo di operare soffoca sul nascere il dispiegamento della bellezza perche’ esclude fin dall’inizio la possibilita’ che il manufatto trovi un’espressione viva nello smalto e proprie qualita’ nella struttura, come accade in alcune ceramiche cinesi, e limita l’abbellimento della forma e del motivo …”
Dobbiamo quindi essere sempre noi stessi, cercando di esprimerci al meglio, senza paura di piacere a tutti i costi.
Solo così i nostri pezzi acquisteranno quel tocco e quella freschezza che li rendera’ unici, veri.
E’ molto difficile ma è l’unica strada da percorrere contro l’omologazione generale.