Porcellana

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La porcellana, una volta cotta, diventa bianca, vetrificata e traslucida nelle parti sottili. La cottura della porcellana avviene normalmente a biscotto a circa 1000 gradi poi successivamente la cottura con lo smalto avviene a circa 1280/1300 gradi: a questa temperatura lo smalto si e’ combinato con l’impasto stesso, non e’ piu’ uno strato lucido sopra il pezzo.
L’impasto di porcellana e’ piuttosto difficile da lavorare, sia la tornio che al colombino o a lastre in quanto poco plastico, spesso per questo motivo viene normalmente usata allo stato fluido per il colaggio. Chiaramente la sensazione che suscita un pezzo di porcellana foggiato a mano, con i suoi diversi spessori dovuti alla lavorazione e’ totalmente differente da una semplice tazzina facente parte di una serie prodotta a colaggio!

Il primo impasto di “gres porcellanato” fu prodotto durante la Dinastia Han (Cina 200 a.C. – 220 d.C. wikipedia )), fino ad arrivare alle porcellane traslucide delle dinastie Tang (618-907 wikipedia ) e Sung (960 – 1279 wikipedia ). Le creazioni di porcellana in Korea si svilupparono durante gli stessi periodi mentre in Giappone la tecnica della lavorazione della porcellana venne insegnata proprio da artigiani cinesi e coreani tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo.
E’ piuttosto diverso l’impasto di porcellana che e’ possibile utilizzare in Oriente rispetto a quello che viene prodotto in Occidente., in quanto il caolino, principale componente dell’impasto, che si trova in Cina e’ molto plastico e con una granulometria molto inferiore rispetto a quello che si trova in Occidente che risulta molto meno plastico. Inoltre il caolino cinese contiene gia’ della silice, necessaria alla corretta fusione dell’impasto. E’ invece necessario integrare la porcellana prodotta in Europa con bentonite per aggiungere plasticita’ e con silice per rendere piu’ forte l’impasto.
In Europa la lavorazione della porcellana si sviluppo’ prevalentemente in Inghilterra intorno al 1700 quando riuscirono ad estrarre in Cornovaglia materiali simili a quelli cinesi (caolino e “pietra di Cornovaglia”).
Nel ‘900 fu Bernard Leach a studiare una lavorazione della porcellana che prediligesse non tanto la consistenza fine e translucida tipica delle raffinate ultime produzioni di porcellana orientale ma, prendendo spunto dalle prime porcellane cinesi e coreane, la semplicita’ e la forza di questo materiale bianco e perfetto. Nel suo studio, insieme anche con il figlio David, sperimentarono diverse “ricette” per arrivare ad avere un buon materiale da poter anche lavorare al tornio.
Il modo forse piu’ facile per sperimentare l’uso della porcellana e’ quello di creare un pezzo assottigliandolo mano mano con le dita partendo da una piccola palla di argilla. Si cerchera’ di ottenere pareti il piu’ sottili possibile per avere, dopo la cottura, delle parti traslucide. L’asciugatura sara’ da fare magari appoggiando il pezzo a qualche sostegno in modo da prevenire deformazioni.
La lavorazione al tornio e’ invece piuttosto difficile, per la particolare consistenza e delicatezza dell’impasto.
E’ necessario poi pulire accuratamente gli attrezzi, tornio e piano di lavoro prima di usare la porcellana… le macchie di colore che facilmente “incorpora” si vedono purtroppo soltanto a pezzo gia’ cotto e non prima!.

vasi porcellana

 

nella foto: vasi porcellana lavorata al tornio – Claudio

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